"A che cosa lavora?" Fu chiesto al signor Keuner. Il signor Keuner rispose "Sto faticando: lavoro al mio prossimo errore."

mercoledì 19 gennaio 2011

I'm a first lady.

E' vero, mi piace essere la prima. Ma non solo in senso figurato, anche in quello letterale. 
E vorrei esserlo soprattutto per te.
Vorrei essere il tuo primo pensiero, il tuo primo grattacapo. La prima causa dei tuoi problemi, e la prima persona che potrebbe risolverli.
Vorrei poter essere quella che ti riempie le giornate, e quella che ha la facoltà di disfartele.
Quella a cui pensi costantemente, anche se non vorresti.
Vorrei essere la prima e la sola, vorrei poter essere al tuo fianco.
E vorrei che tu mi ci volessi al tuo fianco.
Vorrei essere quella di cui non ti vergogni, quella che secondo te è la più bella di tutte.
Vorrei che non tu le guardassi nemmeno le altre, che non ti passasse neanche dall'antincamera del cervello, sia quando ci sono, sia quando non ci sono.
Vorrei non dover aspettare per un tuo messaggio, che non tu fossi così impegnato.
Io dovrei essere il primo impegno della lista, nella mia perversa fantasia.
Vorrei tu mi volessi vedere spesso, che quando non ci sono, ti mancasse anche l'aria per respirare.
Vorrei che il mondo ti sembrasse migliore con me, che ti sembrasse meno pesante da sopportare... che la vita ti sorridesse.
Che presuntuosa eh?
Come mi sarò mai permessa di immaginare, di desiderare di essere importante per qualcuno..




Guardo il telefono. Nessuna traccia, nessun segno.
Principe azzurro, dove sei?


Mi sa che nel tragitto, hai sbagliato strada, poi ti si è azzoppato il cavallo, te la sei fatta a piedi per poi disperderti nel dedalo di sentieri campagnoli e nelle vie metropolitane.
Chissà quante volte sei tornato al punto di partenza.
Poi devi aver sicuramente finito le provviste.
Ti sarai cibato con quello che hai trovato: frutti, bacche, radici.. Avra bevuto acqua piovana, il che avrà comportato sicuramente una cacarella pazzesca.
Poi sono passate le stagioni.. Questo inverno ha anche nevicato...
E sicuramente, tu, con codesta calzamaglia sarai morto di freddo.
O di fame.
Insomma, fatto sta che sto ancora aspettando. Quindi vedi di farti vivo e di fare una cosa di giorno.

lunedì 17 gennaio 2011

Solitudine: che parola è?

Un mistero fatto parola, un ossimoro che racchiude in sè amaro e dolce, bellezza e paura, ricchezza e miseria.
Un detto dice che "si nasce soli e si muore soli".
Ma nel mezzo? 
Cosa ne è di tutto questo via vai che è la vita? 
C'è chi arriva, c'è chi parte.
C'è chi se ne va per non tornare, c'è chi si è messo la chiave di casa in tasca, sperando di non perderla. 
C'è chi sosta e poi riparte.
C'è chi è destinato a restare e chi è di passaggio.
Ci sono state tante persone in quella che reputo la mia breve e intensa vita.
Alcuni sono rimasti al mio fianco, alcuni se ne sono andati cercando qualcosa di più.
Io sono sempre rimasta.
No, non è vero. Sono una bugiarda, lo ammetto.
Me ne sono andata anche io tante volte, sono uscita dalla vita delle persone.
Con alcune molto dolcemente, quasi dissolvendomi nell'aria come una nuvola di fumo.
Per quanto riguarda la mia permanenza nella vita di altre invece, mi sono presa il privilegio di chiuderla in pompa magna, come a teatro può essere chiuso l'ultimo atto di una tragedia.
Se abbia sbagliato o meno, non mi è dato di saperlo. 
Arriverà un punto dove dovrò tirare le fila e trarre alcune conclusioni.
Alcune le ho già tirate, per esempio.
Sono felice di aver perso tempo con determinate persone. Su altre dovrei pensarci ancora un pò. Con alcune ne ho perso veramente troppo... e chissà se mi tornerà indietro.
Per alcune ho pianto, quando se ne sono andate. Con altre è stato quasi un sollievo, visto con il senno di poi.
Alcuni se ne sono andati senza nemmeno salutare, senza nemmeno voltarsi a guardare.
Con alcuni ho avuto veramente troppa pazienza. E di quella mi sa che non ne rivedrò nemmeno più un briciolo. Una volta finita è finita, quella non si rigenera, un pò come i neuroni.
Adesso non mi rimane che aspettare, aspettarti, aspettarmi. Aspettarvi, perchè no.
Tanto questa vita è come un'autostrada e io sono un casello.
Avanti, non c'è fila. Se c'è, aspetterete.
Sicuramente c'è un sacco di posto, ancora. Chissà per quanto.
E' proprio vero.. Si nasce soli e si muore soli.. Ma nel mezzo, c'è un gran casino.




Perdere una persona a volte è il metodo migliore per capire il posto che ha realmente nella nostra vita.

Quando non c'è, ci si può sentire in due modi: o si vive ugualmente, senza troppi rimpianti, o se ne sente una terribile mancanza.
Ma se tu mi fossi mancato, davvero davvero, e adesso ti avessi ad un passo, credi veramente che lascerei tutto com'è?
Ho cercato di resistere, di parcheggiarti nell'oblio, di metterti lì, in un angolo al buio, tanto per vedere se mi rfosse riuscito lasciar perdere.
Risultato?
Sono passati mesi, e sei sempre rimasto lì. Non te ne sei andato. Il tuo ricordo è rimasto lì, seduto a gambe incrociate in quell'angolino, aspettando pazientemente che gli rivolgessi un pò d'attenzione.
Bene. Sono tornata a cercarti tra i ricordi. Ti ho ritrovato, tra tutto quel marasma che c'è.
Ti ho tirato su, adesso sei in piedi di fronte a me.
Ti guardo, aspetto. Ti bacio.
Mi ribaci.
Cazzo, un bacio VERO. Quant'è che non ne assaporavo uno..
Scivola dalla lingua al cuore, lo avvolge, mi avvolge, ecco la pelle d'oca.
E ora vorresti che io lasciassi perdere?
Mi conosci, e sai benissimo che non lo farò.
Mi sei mancato troppo, e adesso non voglio più sentirlo, quello stramaledetto vuoto.


Ebbene sì. Sono ancora qui. Seduta su questo davanzale, con le gambe penzoloni.

Sigaretta in mano, che brucia da sola. C'è davvero troppo catrame. Sarebbe meglio fumarsi un pezzo d'asfalto.
Il fumo danza nell'aria, disegnando figure astratte.
Guardo il cielo, troppa luce bianca. Le mie pupille soffrono, e si stringono in un gemito. Serro le palpebre.
Mi aiuta ad immaginarti, ad immaginarci. Stranamente non ho paura di cadere, ormai ci sono abituata a stare quassù.
Le vertigini che provavo all'inizio non sono niente, paragonate alle vertigini che mi provochi tu.
Vedo le macchine che passano, sembrano tante lego in movimento.
Sei nelle nuvole, vedo la tua immagine. Chiudo gli occhi ancora una volta.
Sento il profumo dell'inverno. Sento il tuo profumo.
Ti desidero, esprimendoti con soffioni immaginari. Sembrano tanti paracadutisti.
Anche il mio cuore è in caduta libera, e penso sia così pazzo da non aver nemmeno pensato a un qualcosa che freni la caduta.
Con un sospiro, ti spazzo via. Adesso non ho per sognare. Tanto ci vediamo presto.
Ti aspetto, so dove trovarti. Stanotte nei miei sogni, vedi di farti vivo.


Nella vita facciamo cose. Alcune vorremmo non averle mai fatte.

Alcune vorremmo rifarle un milione di volte nella nostra testa. Ma tutte ci rendono ciò che siamo, e alla fine formano ogni nostro dettaglio. Se dovessimo riservare qualcuna di esse non saremmo le persone che siamo. Quindi solamente vivi, commetti sbagli, crea dei meravigliosi ricordi, ma mai e poi mai rinnega chi sei, chi eri. Immagina chi vorresti essere. Diventalo. E' più importante vivere e voler essere chi diventerai, che stare a pensare a quello che avresti potuto o non avresti dovuto fare.


La tua vita è la tua vita. Non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell'arrendevolezza.

Stai in guardia. Ci sono delle uscite.
C'è luce da qualche parte. Forse non ci sarà molta luce ma la vince sulle tenebre.
Stai in guardia. Gli dei ti offriranno delle occasioni. Riconoscile. Afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
E più spesso impari a farlo, più luce ci sarà. La tua vita è la tua vita. Sappilo finché ce l'hai.
Tu sei meraviglioso, gli dei aspettano di compiacersi in te.

- Charles Bukowski, Il cuore che ride.


Sì, sì, lo so. Ho un caratteraccio. E allora? Sicuramente ce ne saranno peggiori del mio, come di migliori.

Non vedo il motivo di farne un dramma.
Sono testarda, sono orgogliosa, sono gelosa, sono decisa, Sono irruenta, sono iraconda, sono una di quelle persone che è daltonica con i grigi: o è nero, o è bianco. Io nel limbo non ci so stare.
Preferirei migliaia di volte la verità, alle bugie. Anche se queste ultime potrebbero essere fonte di felicità.
Anche se mi chiedo: quale felicità reale ci può essere in una marea di cazzate? Non è meglio uno schiaffo di verità in pieno viso, ma che sia uno solo?
Preferisco fare un unico lungo pianto, che piangere a singhiozzi per giornate intere.
In amore sono strana. Sono volubile, adotto mille sfumature, mi vesto di colori. Sembro l'arcobaleno.
Sono una che si fa mille seghe mentali. Sì, è vero, non vedo il motivo di nasconderlo. Mi piace pensare e ripensare sulle cose, valutare e rivalutare ogni singolo gesto e movimento. Analizzo tutto con una soddisfazione quasi masochista.
Quando mi fisso su una cosa, non c'è scampo. Se voglio qualcosa, lo avrò. O almeno, proverò ad ottenerla fino allo sfinimento. Almeno non avrò problemi con i rimorsi e con quelle cazzo di frasi della serie "Ma se avessi fatto.. Ma se avessi detto...".
Dato che di "se" e di "ma" ne è piene le fosse, preferisco estirpare il problema alla radice.
Sono strana anche in amicizia. Ultimamente le relazioni interpersonali non mi attirano più di tanto.
Sarò anche cinica, ma vedo del marcio ovunque, e prima di sguazzarci dentro, preferisco non sguazzarci proprio.
Le persone a cui tengo, lo sanno. E secondo me questo potrebbe essere un pregio.
Dico di voler bene a una persona solo se è veramente così, e quando cambio idea, se ne accorgono subito, tutti.
Un altro problema non secondario è che non so perdonare. O meglio, non so dimenticare.
Quando qualcuno mi fa un torto, posso passarci sopra. Ma questo non vuol dire assolutamente assimilare il dolore ed espellerlo poi. A me rimane tutto dentro, sempre. E non si affievolisce nemmeno con il tempo.
Sono una portatrice di rancore. E sinceramente, non reputo nemmeno questo un difetto.
Anche perchè è risaputo che le persone sono come i ciui : più bene gli fai, più calci ti danno.
Non giudicatemi come una stronza: io sono frutto delle mie esperienze.
Almeno io, non mi nascondo dietro un vetro.


Ma è possibile che, tra due cose, scelga sempre quella sbagliata, e per giunta senza occorgermene?

E' impressionante cavolo, la mia facoltà di captare sempre le cose meno opportune e di sceglierle. Manco avessi il radar.
Sembro un cane da tartufi per queste cose, le situazioni più scomode capitano sempre a me.
Chissà poi per colpa di quale congiunzione astrale. A volte penso che sia la sfiga. Un'enorme e incombente massa di sfiga che sta allegramente su di me come la nuvoletta di Fantozzi.
Ed il bello è che io rimango lì, vittima di una serie di sfortunati eventi, incapace di divincolarmi.
Il bello è che nonostante lo sappia benissimo che è così, tra una marea di cose da poter fare, dire o scegliere, io dirò, farò e sceglierò solo e sempre quelle sbagliate.
Speriamo che prima o poi tutte queste scelte errate si ricongiungano, e che per mezzo del detto "La ruota giri per tutti" mi ritorni tutto attraverso una botta di culo colossale. ;)

Ps: menomale ci sei tu, che nonostante tu sia uno sbaglio, sei decisamente il più bello. <3


Il tuo profumo. Dio come mi ha inebriato. Meglio di una canna, peggio di una bottiglia di vino.

Già. Lo assaporo ancora, è ancora nel mio naso. Lo sento, lo risento, non vuole andarsene.
Ed io non voglio che se ne vada. E' tuo, e resta con me. Così avrò un tassello in più da aggiungere al mosaico dei ricordi.
Così, quando penserò a te, avrò una cosa in più da aggiungere.
Oltre ai tuoi occhi, oltre alla tua risata. Oltre ai tuoi abbracci, ai nostri scherzi.
Oltre alle ore passate a ridere.
Ora avrò un altro pezzetto di te.
Non smetterò mai di ringraziarti, perchè mi rendi felice.
Esatto, felice come poche volte sono stata.
Non mi credi? Pazienza, sinceramente non hai da credermi, sono io che devo credere a me stessa, anche se nn vorrei.
Adesso dovrei mettermi l'anima in pace. Ma chi ci riesce? Non lo farò mai. Non mi è mai riuscito.
Testona che non sono altro.
Tanto, mal che vada, sbaglierò ancora. Ma se sbagliassi, almeno saprei di sbagliar bene.


domenica 16 gennaio 2011

Spesso sbaglio strada. In un lampo mi trovo da tutt'altra parte meno che la destinazione fissata.

Vado, scivolo dolcemente sull'asfalto, come su una lastra di ghiaccio, come se avessi un paio di pattini.
Giro a destra invece che a sinistra, faccio giri strani e poi finisco per perdermi, nei meandri della vita.
Anche quando calcolo il percorso da fare, tac! Ecco l'imprevisto, la nota sbagliata, l'accordo che non va.
Può essere un'incidente, una conseguenza arrivata con il senno di poi.
Può essere una persona, che arriva e ti stravolge i piani, tutti i programmi.
So benissimo di aver sbagliato strada anche stavolta. So benissimo che anche questa non mi porterà molto lontano.
Ma ti ho trovato ad un incrocio, e mi hai attirata a te, come fa la Terra con la Luna con la forza di gravità.
Ho deciso di svoltare verso di te.
Ho sbagliato strada, si ho capito! E' inutile che continuiate a ripetermelo. Non mi importa un fico secco.
Sono contenta di averlo fatto. Tanto altre vie, non mi avrebbero certo portato più lontano.
Sono felice di essermi persa.
Almeno quando ti perdi, hai sempre una scusa per cercare un'altra strada, che magari poi sarà pure quella giusta.


Una sigaretta. Poi un'altra. Poi un'altra ancora.

Come se le sigarette mi aiutassero a non pensare, a non pensarti.
Brucia il tabacco, il fumo mi invade la gola, poi i polmoni, esce dalle narici e poi si dissolve nell'aria.
Un pò come fai tu. Entri attraverso gli occhi, attraverso i ricordi. Invadi il mio cervello, poi la pelle e te ne vai attraverso i  sospiri.
Sei meraviglioso. Come questo cielo stellato, che non ha pietà con noi mortali.
Ogni notte ripropone la sua maestosità, come fai tu nei miei sogni.
Aspetto. Ma cosa poi? Cosa dovrei aspettarmi? Sei finito, come questa sigaretta che tengo tra le dita.
Ti spengo.
Ma rimani lì, nel posacenere. Non ce la faccio a buttarti.
Allora ne accendo un altra, sperando di ritrovare ancora un pò di te.
Non mi arrendo, non ce la faccio.
Morissi di cancro tra dieci, vent'anni, ma anche domani, io non ti spengo.
Continuerò a stare qui. Con te nelle orecchie, con te negli occhi, con te nel cuore.
Ho visto un mondo bellissimo, forse più di questo cielo stellato.
L'ho visto nei tuoi occhi, l'ho assaporato come faccio con il fumo.
Mi rilassa. Mi rilassa pensarti, mi rilassa sperarci.
Mi rilassi, un pò come le sigarette.
Hai ragione, dovrei smettere. Ma il punto è che non voglio farlo.


Perchè essere indecisi? Cos'è l'indecisione?

Perchè piace così tanto, rimanere in bilico, sul filo del rasoio.. Che gusto c'è?
Essere in un limbo eterno, dove si è tenuti ad inseguire un vessillo senza insegna, senza avere mai nè arte, nè parte.
Cosa c'è di bello in tutto ciò? Qual è la soddisfazione che si prova, lasciando la propria vita nelle mani altrui?
Deciditi, cazzo. E' la tua vita questa. Sai tu cosa è meglio per te.
Gli altri non lo potranno mai sapere; soprattutto quando sono intenti a farsi gli affari propri, non facendosi scrupolo di niente e di nessuno.
Ti sei mai posto il problema di pensare che forse, quando gli altri decidono al posto tuo, lo fanno solo per il loro tornaconto, e non per il tuo bene?
Prendi in mano le redini della tua vita, e buttati. Senza paracadute.
Da un ponte, da un dirupo, dai una svolta alla tua vita.
Vedrai che brivido che sentirai lungo la schiena, che scarica di adrenalina, quando lo farai.
E se poi andrà male, pazienza. Se poi ti schianterai al suolo, amen.
Cos'è meglio rimpiangere? Di averci provato oppure di non averlo mai fatto?
Non c'è niente di più bello di sapere che forse ce l'avresti fatta.
Non c'è niente di più bello di dire "E' andata male, ma almeno ho deciso io."

Scegliere tra "sì" e "no" è realmente così difficile?


Bisogna tenersele strette, quelle persone che ti fanno star bene.

Non quelle che chiedono, ma quelle che danno il meglio di loro agli altri.
Quelle con le quali sei sempre te stesso, che ti accettano per come sei.
Quelle che non pretendono di cambiarti a tutti i costi, che non vogliono uniformarti alla massa.
Bisogna tenersele strette, quelle per cui vale la pena sorridere.
Quelle che quando ci pensi, il sorriso affiora spontaneo.
Quelle che ti fanno ridere di gusto, che ti fanno brillare gli occhi dalla felicità.
Quelle che ti fanno sentire bene ovunque, che ci sia la neve, il sole, la pioggia.
Quelle con cui non è importante dove sei, l'importante è che siano con te.
Bisogna tenersele strette perchè non ci sarà nessun altro che potrà rimpiazzarle, perchè non ci sarà nessun altro che ti farà sentire come quando sei con loro.
Ed è questa la cosa più importante.

Il mio sogno ricorrente è quello di volare.

Inizia tutto con una corsa a perdifiato, lungo un sentiero scosceso di montagna.
L'aria gelida mi entra dalle narici e mi brucia, mi dà fastidio alla gola e mi sento bucare i polmoni.
Ma è buona, sa di pulito e profuma di viole.
Corro sempre più veloce, tra gli alti abeti secolari e i larici ombrosi. 
Ci sono i frutti di bosco ai margini del sentiero. Ci sono i fiori, anemoni, peonie, viole, fresie.
Vedo davanti a me l'azzurro orizzonte, il sole riflette i suoi raggi sul mio viso, accarezzandomi dolcemente.
Aumento l'andatura sempre di più, come in un solfeggio.
Lento, adagio, andante, allegretto, vivace, presto.
Passo dopo passo acquisto sempre più velocità, il sentiero è finito, i miei piedi si staccano da terra, come se corressero sull'aria.
Il dirupo.
Salto.
Sono viva.
Volteggio, nella luce chiara, nei raggi del sole, filtrati dall'aria fresca.
Mi volto.
Ci sei.

Suona il telefono. E' la sveglia.
Buongiorno a te, mondo fatto di insulsa gravità.



"Ho letto da qualche parte che anche le stelle, a loro modo, fanno l'amore."

Gli spiegò ciò che banalmente viene definito: l'Orgasmo Cosmico. Esclama:
"Madonna!"
Darebbe chissà cosa Zamora, per provarlo. Magari anche da solo, servendosi di se stesso, qualora servisse.
E Fiodor: "Io non guardo mai apertamente in su, il firmamento. Lo adocchio. Non gli do soddisfazione al firmamento. Sono uno che guarda sempre nella direzione sbagliata, però al momento giusto. E' chiaro? No? Basta che sia chiaro a me. Così ho l'impressione che il firmamento se la prenda un pò, perchè non lo degno del solito, estatico stupore. Dice: ma chi si crede di essere, questo?.. Di conseguenza, è il firmamento che è costretto a guardare me, a scrutarmi con curiosità. Anche se mi dà del cretino."

"Sorrisi dal mistero"_ Alberto Bevilacqua


Sei come la neve.. Quella di Agosto, quella che non ti aspetteresti mai.

Sei come la neve a Natale.
Quella che ti fa stare bene, quella che ti fa entrare lo spirito natalizio sotto la pelle.
Sei come la neve.. crei un sacco di problemi.
Blocchi le strade, mi geli il sangue nelle vene, mi fai fermare il cuore. Quando ci sei, vedo tutto bianco. Mi fotti la testa.
Sei come la neve.
Ci sei solo in condizioni estreme. Sotto zero per esempio. E mi fai tremare.. e magari fosse il freddo.
Sei come la neve.
Quando nevica impazziscono tutti. Me compresa.
Sei come la neve.
Mi rendi felice.


"Non credo assolutamente nella libertà dell'uomo in senso filosofico.

Ognuno agisce non solo sotto stimoli esterni, ma anche secondo necessità interne. 
L'affermazione di Schopenhauer che "un uomo può fare come vuole, ma non ciò che vuole" è stata un'ispirazione per me fin dalla giovinezza, e una continua consolazione e inesauribile sorgente di pazienza di fronte alle difficoltà della via, mia e degli altri.
Tale sentimento mitiga pietosamente il senso di responsabilità che così facilmente diventa paralizzante e ci garantisce dal prendere noi e glia ltri troppo sul serio; conduce a una visione della vita in cui l'umorismo, sopra ogni altra cosa, ha il peso dovuto."

"Il Mondo come io lo vedo"_ A. Einstein 


"[...] Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale;

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue."

 E.Montale _ (Satura, Xenia II, n°5) 
 

"Quando uno è triste non servono le classifiche;

non c'è un tristometro, è inutile dire sto mediamente peggio di te o decisamente meglio di te, si diventa tutti ottusi ed egoisti e la propria tristezza diventa una grande campana in cui ci si chiude, per non ascoltare la tristezza degli altri."

Cit. S.Benni ("Achille piè veloce" cap. 9)

Ascolta, il cuore. Dai al cervello voce in capitolo. Ignora la gente.

Le persone parlano solo perchè hanno la facoltà di farlo, non perchè sanno realmente cosa dicono.
Come possono esprimere un parere credendolo universalmente esatto, se non si possono immedesimare nelle sensazioni altrui?
Come possono essere sicuri di avere ragione, di avere la verità a portata di mano, essendo quelle dinamiche e non statiche?
Come possono essere sicuri di "capirti" e darti consigli esatti?
L'esattezza assoluta non esiste. Ognuno vive la sua di vite, e non quella degli altri.
Ognuno vive le proprie situazioni, le proprie emozioni, con persone diverse.. potranno esserci persone in comune in delle situazioni, ma chi mi garantisce che quelle persone siano le stesse, o meglio abbiano un comportamento standard di volta in volta? Chi mi dice che il tempo non le abbia cambiate?
Come può, la gente, giudicare? Non è possibile trovarsi nelle stesse, identiche, medesime situazioni.
Perchè ognuno la vive come può, e come sa.
Quindi, fate quello che vi pare. Fate le cose GIUSTE per voi stessi.
Cercate la felicità, ovunque essa sia.
Fregatevene della massa, che molto spesso, parla mossa dall'invidia di un coraggio di fare qualcosa che loro non hanno mai avuto.
La vita è una sola, s'ha a vivere fino in fondo, o no?!





"Il signor Keuner percorreva una valle, quando improvvisamente notò che i suoi piedi affondavano nell'acqua.
Allora capì chela sua valle era in realtà un braccio di mare e che si avvicinava l'ora dell'alta marea.
Si fermò subito per guardarsi attorno in cerca di una barca e finché ebbe la speranza di trovarla rimase fermo.
Ma quando si persuase che non c'erano barche in vista, abbandonò anche questa speranza e sperò che l'acqua non salisse più.
Solo quando l'acqua gli fu arrivata al mento abbandonò anche questa speranza e si mise a nuotare.
Aveva capito che egli stesso era una barca."

Che mente che aveva Bertold Brecht. Indubbiamente uno dei miei scrittori preferiti.
Spesso non capiamo che se abbiamo un problema, non ci sarà nessun'altro che potrà affrontarlo per noi, se non noi stessi.
Bisognerebbe che ne fossimo coscienti subito, tutto qui.
Invece di aspettare, rimandare, sperare che qualcuno ce li risolva, dovremmo prendere in mano le redini della nostra vita e dargli una svolta, decidere cosa sia meglio fare, e perseguire quello scopo; senza tanti "se" e troppi "ma".
Siamo noi la risoluzione dei nostri problemi.
E' bene che lo capisca anche io.


Che teste di cazzo, le donne. Passano una vita intera a cercare la felicità, quando magari ce l'hanno a portata di mano.
E rimangono sempre insoddisfatte.
Vanno qua e là, girano come trottole. Se le fermi e gli chiedi "mi scusi signorina, mi può togliere una curiosità? Ma lei, cosa sta cercando così freneticamente?". Quella ti risponderà "Sono in cerca della mia felicità, dell'Amore. Quello con la A maiuscola. Quello che non ti farà soffrire."
Pure quello! Pure l'amore! Non bastava la felicità? NO! Certo che no.
E anche l'amore, anche quello, che brutto affare che è.
C'è e non c'è.
C'è ma non si vede.
Non c'è ma ci sarà.
C'è ma non corrisposto.
Va e viene a suo piacimento, quando è in comodo, e spesso pure nei momenti sbagliati.
L'Amore è una domanda alla quale non si conosce mai la risposta.
Non è un chiama e rispondi. Certo che no! Altrimenti sarebbe stato fin troppo semplice.
A noi donne piace il complicato.
Vorremmo quello che ti fa sentire una principessa, che ti fa sentire importante, che ti fa sentire protetta, quello che farebbe i salti mortali per te, che ti riempia di rose e di cioccolatini.
Ma poi il cioccolato fa ingrassare, i tipi mielosi fanno venire il diabete, quelli troppo ribelli fanno troppo come gli pare... Non siamo mai contente!
C'è sempre qualcosa che ci sfugge.
In realtà sarebbe anche troppo semplice, compiacere una donna.
Bisognerebbe essere sinceri.
Già, la sincerità. Quella pratica ormai passata di moda, che prevede l'apertura totale della mente (e volendo anche del cuore) senza troppe inibizioni.
Ad esempio: mi piace il rosso. E anche il verde. Che male c'è a dirlo? Non me ne può importare un fico secco di dirti che a me piace il blu, solo perchè piace a te. Sono stata sincera.
Ecco. E' così difficile?
Si, noi donne siamo strane. Siamo volubili, nervose, acide come il succo di limone.
Possiamo anche essere dolci, coccolose, carine, sensibili e sexy.
Basta saperci prendere per il verso giusto. (e voi direte, vattelappesca il verso giusto!)
Ma che ci vuoi fare? Siamo donne.
E siamo proprio delle teste di cazzo, quando ci mettiamo d'impegno.