"A che cosa lavora?" Fu chiesto al signor Keuner. Il signor Keuner rispose "Sto faticando: lavoro al mio prossimo errore."

domenica 16 gennaio 2011

"Il signor Keuner percorreva una valle, quando improvvisamente notò che i suoi piedi affondavano nell'acqua.
Allora capì chela sua valle era in realtà un braccio di mare e che si avvicinava l'ora dell'alta marea.
Si fermò subito per guardarsi attorno in cerca di una barca e finché ebbe la speranza di trovarla rimase fermo.
Ma quando si persuase che non c'erano barche in vista, abbandonò anche questa speranza e sperò che l'acqua non salisse più.
Solo quando l'acqua gli fu arrivata al mento abbandonò anche questa speranza e si mise a nuotare.
Aveva capito che egli stesso era una barca."

Che mente che aveva Bertold Brecht. Indubbiamente uno dei miei scrittori preferiti.
Spesso non capiamo che se abbiamo un problema, non ci sarà nessun'altro che potrà affrontarlo per noi, se non noi stessi.
Bisognerebbe che ne fossimo coscienti subito, tutto qui.
Invece di aspettare, rimandare, sperare che qualcuno ce li risolva, dovremmo prendere in mano le redini della nostra vita e dargli una svolta, decidere cosa sia meglio fare, e perseguire quello scopo; senza tanti "se" e troppi "ma".
Siamo noi la risoluzione dei nostri problemi.
E' bene che lo capisca anche io.


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