"A che cosa lavora?" Fu chiesto al signor Keuner. Il signor Keuner rispose "Sto faticando: lavoro al mio prossimo errore."

domenica 16 gennaio 2011

Il mio sogno ricorrente è quello di volare.

Inizia tutto con una corsa a perdifiato, lungo un sentiero scosceso di montagna.
L'aria gelida mi entra dalle narici e mi brucia, mi dà fastidio alla gola e mi sento bucare i polmoni.
Ma è buona, sa di pulito e profuma di viole.
Corro sempre più veloce, tra gli alti abeti secolari e i larici ombrosi. 
Ci sono i frutti di bosco ai margini del sentiero. Ci sono i fiori, anemoni, peonie, viole, fresie.
Vedo davanti a me l'azzurro orizzonte, il sole riflette i suoi raggi sul mio viso, accarezzandomi dolcemente.
Aumento l'andatura sempre di più, come in un solfeggio.
Lento, adagio, andante, allegretto, vivace, presto.
Passo dopo passo acquisto sempre più velocità, il sentiero è finito, i miei piedi si staccano da terra, come se corressero sull'aria.
Il dirupo.
Salto.
Sono viva.
Volteggio, nella luce chiara, nei raggi del sole, filtrati dall'aria fresca.
Mi volto.
Ci sei.

Suona il telefono. E' la sveglia.
Buongiorno a te, mondo fatto di insulsa gravità.



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