"A che cosa lavora?" Fu chiesto al signor Keuner. Il signor Keuner rispose "Sto faticando: lavoro al mio prossimo errore."

lunedì 17 gennaio 2011

Ebbene sì. Sono ancora qui. Seduta su questo davanzale, con le gambe penzoloni.

Sigaretta in mano, che brucia da sola. C'è davvero troppo catrame. Sarebbe meglio fumarsi un pezzo d'asfalto.
Il fumo danza nell'aria, disegnando figure astratte.
Guardo il cielo, troppa luce bianca. Le mie pupille soffrono, e si stringono in un gemito. Serro le palpebre.
Mi aiuta ad immaginarti, ad immaginarci. Stranamente non ho paura di cadere, ormai ci sono abituata a stare quassù.
Le vertigini che provavo all'inizio non sono niente, paragonate alle vertigini che mi provochi tu.
Vedo le macchine che passano, sembrano tante lego in movimento.
Sei nelle nuvole, vedo la tua immagine. Chiudo gli occhi ancora una volta.
Sento il profumo dell'inverno. Sento il tuo profumo.
Ti desidero, esprimendoti con soffioni immaginari. Sembrano tanti paracadutisti.
Anche il mio cuore è in caduta libera, e penso sia così pazzo da non aver nemmeno pensato a un qualcosa che freni la caduta.
Con un sospiro, ti spazzo via. Adesso non ho per sognare. Tanto ci vediamo presto.
Ti aspetto, so dove trovarti. Stanotte nei miei sogni, vedi di farti vivo.


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