"A che cosa lavora?" Fu chiesto al signor Keuner. Il signor Keuner rispose "Sto faticando: lavoro al mio prossimo errore."

lunedì 17 gennaio 2011

Il tuo profumo. Dio come mi ha inebriato. Meglio di una canna, peggio di una bottiglia di vino.

Già. Lo assaporo ancora, è ancora nel mio naso. Lo sento, lo risento, non vuole andarsene.
Ed io non voglio che se ne vada. E' tuo, e resta con me. Così avrò un tassello in più da aggiungere al mosaico dei ricordi.
Così, quando penserò a te, avrò una cosa in più da aggiungere.
Oltre ai tuoi occhi, oltre alla tua risata. Oltre ai tuoi abbracci, ai nostri scherzi.
Oltre alle ore passate a ridere.
Ora avrò un altro pezzetto di te.
Non smetterò mai di ringraziarti, perchè mi rendi felice.
Esatto, felice come poche volte sono stata.
Non mi credi? Pazienza, sinceramente non hai da credermi, sono io che devo credere a me stessa, anche se nn vorrei.
Adesso dovrei mettermi l'anima in pace. Ma chi ci riesce? Non lo farò mai. Non mi è mai riuscito.
Testona che non sono altro.
Tanto, mal che vada, sbaglierò ancora. Ma se sbagliassi, almeno saprei di sbagliar bene.


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